La formazione del Monte Amiata risale al periodo Paleozoico-Quaternario e si lega al corrugamento della Catena Appenninica. La sua attività vulcanica si colloca in un’età variabile tra 400.000 e 180.000 anni fa.
Le prime tracce di vita sull’Amiata sono datate tra il 5000 e il 3000 a.C.. Aquesto periodo risale il dipinto che si trova nella cosiddetta Grotta dell’Arciere vicino ad Abbadia San Salvatore e rappresenta un cacciatore armato di arco.
Sicuramente in epoca etrusca a partire dal VI sec. A.C. fu molto frequentata da cacciatori e che fondarono alcuni insediamenti nella zona di Vivo D’Orcia, Montelaterone e Seggiano.
Numerosi ritrovamenti archeologici, fanno pensare all’Amiata come ad una Montagna sacra. In seguito furono i Romani a stabilirsi sul Monte Amiata sfruttandone specialmente le acque termali. Molti i ritrovamenti presso Bagni San Filippo.
La storia moderna del Monte Amiata a però inizio con l’arrivo dei Longobardi alla metà dell’ VIII sec d.C. e la fondazione per volere del Re Longobardo Ratchis, dell’Abbazia Benedettina del San Salvatore sul versante orientale della montagna. Era questa a controllo della via Francigena, la importantissima via medioevale che correndo lungo la Val D’Orcia, immediatamente sottostante l’Amiata collegava il nord Europa con Roma.
L’Abbazia ebbe un periodo di grande splendore, sino alla fine dell’XI sec, estendendo il proprio dominio territoriale dalla Maremma alla Val di Chiana.
E furono proprio i monaci a colonizzare gli altri territori che circondano l’Amiata dando il via alla fase dell’incastallamento.
Alla fine dell’XI secolo inizio a farsi strada sul territorio una potente famiglia feudale gli Aldobrandeschi che dapprima parzialmente poi sempre con maggior forsa vennero a sostituirsi ai monaci nella dominazione e nel conseguente sviluppo dei vari borghi del territorio.
L’indebolimento del potere imperiale a partire dalla fine del XII Sec. Portò da prima a un ridimensionamento dei possessi del Monastero e poi addirittura alla sostituzione dei Benedettini con i Cistercensi nella conduzione dell’Abbazia.
Il periodo Aldobrandesco durerà fine alla metà del 1300 quando Siena inziò a consolidare il suo dominio nel territorio. Questo dominio si protrasse fino alla guerra con di Medici (1555-1559) che appunto sancì il passaggio di questi territori sotto Firenze. Con i Lorena inizierà una lenta ripresa economica, che culminerà alla fine del XVIII sec. con le riforme Leopoldine. Nella seconda metà dell’800 inizia una lenta rivoluzione industriale grazie all'apertura delle miniere di mercurio che portarono un certo benessere sul territorio. Dopo la crisi degli anni ’70, si sta cercando oggi una nuova via sviluppo, che si può leggere soprattutto nel rapporto con questa terra generosa. La forestazione, i prodotti tipici e il turismo in stretta connessione con numerose aziende che lavorano nel campo dell’hi- tecnology. Oggi l’Amiata è divisa in due province e 12 comuni con una popolazione di circa 30.000 persone.
Ad un’altezza tra i 650 e gli 850 mt. troviamo la corona degli incantevoli borghi medioevali e dei paesini arroccati sulle pendici del monte, borghi che ancora oggi sanno affascinare con le loro leggende che narrano di cavalieri e di avvenimenti miracolosi. Abbadia San Salvatore, Piancastagnario, Santa Fiora, Arcidosso, Castel del Piano e Seggiano.
Sulla valle che degrada verso la Maremma troviamo Roccalbegna, Cinigiano e Semproniano è l’area dei grandi prodotti tipici locali, mentre sul versante che scende verso la Val D’Orcia troviamo Campiglia D’Orcia e Radicofani. |