La piazza di Santa Fiora rappresenta il nucleo più antico del paese ed è dominata dalle strutture difensive medievali degli Aldobrandeschi, delle quali rimane la torre quadrata, i basamenti a scarpa e lo spezzone della torretta dell’orologio (le merlature sono un rifacimento ottocentesco) con al centro una ceramica invetriata dei Della Robbia (elemento superstite dell’orologio originario). Nella parte finale della piazza sorge il Palazzo Sforza (XVI° sec.) in stile rinascimentale, oggi sede del municipio, che poggia la sua struttura sui basamenti difensivi medievali. Il portone, che si apre nella sua parte centrale, era anticamente una delle porte d’accesso al paese. All’interno del palazzo i lavori di restauro hanno riportato alla luce un ciclo di affreschi di Scuola Romana del XVI° sec., raro esempio di arte profana nell’area amiatina.
Via Carolina
E’ la via più lunga del paese e vi si accede discendendo dalla piazza.
Nella prima piazzetta a sinistra si affaccia la Chiesa del Suffragio (XVIII° sec.).
Al suo interno sono conservati i tronchi, tre croci di grandi dimensioni che vengono portate in processione, insieme al SS. Crocifisso, il 3 maggio, dalle confraternite religiose del paese.
Proseguendo, si incontrano esempi di case medievali con tre porte, che rappresentano i tre momenti centrali della vita: nascita, matrimonio e morte.
Via del Fondaccio
In prossimità della Pieve si ammirano notevoli architravi in peperino con bassorilievi romanici rappresentanti scene di caccia.
La Pieve delle Santa Flora e Lucilla (le loro reliquie vengono esposte in occasione della festa patronale del 29 luglio) è caratterizzata dalla facciata a capanna in peperino con rosone a ruota in travertino, sotto il quale è collocato lo stemma in marmo degli Aldobrandeschi, antichi signori del paese in epoca medievale. All’interno della Pieve si possono ammirare le terrecotte robbiane della bottega fiorentina di Andrea della Robbia (1435 - 1528), nipote di Luca, iniziatore dell’arte delle ceramiche invetriate.
Le Robbiane
Quella di Santa Fiora è una delle più imponenti e significative collezioni di opere robbiane, e, con quelle di Radicofani, unico esempio di arte fiorentina in territorio culturalmente soggetto al dominio dell’arte senese.
Originariamente le robbiane, commissionate dal conte Guido Sforza, ornavano la cappella privata dei conti di Santa Fiora. Le robbiane santafioresi sono delle monumentali pale d’altare in terracotta invetriata, di rara bellezza per la sobrietà delle immagini, dei colori e l’armonia delle forme. Le opere presenti nella Pieve sono il Battesimo di Gesù, la Madonna della Cintola, l’Ultima Cena e la Resurrezione (il pulpito), un trittico raffigurante l’incoronazione della Vergine ed i Santi Francesco e Girolamo. Completa il ciclo delle opere un crocifisso ed un tabernacolo degli olii santi.
Il borgo
Oltrepassata Porta delle Scalette, che delimita la zona del Terziere di Castello, si accede al Terziere di Borgo e ci si imbatte nella bella veduta del parco della Peschiera. Salendo sopra il parapetto sulla sinistra, si possono osservare i tetti muschiati che degradano verso la vallata, il Sasso di Petersola (isolato, di fronte al paese, è legato a molte antiche leggende), il corso del fiume Fiora e, sulla sinistra, alle falde del fiume Calvo dove gli abeti bianchi infoltiscono ed oscurano la vegetazione, il Convento della SS. Trinità.
Proseguendo, si sale per Via delle monache e si raggiunge il Convento delle Clarisse, fondato agli inizi del seicento dalla mistica senese Passitea Croci, con il sostegno della Contessa Eleonora Orsini, nel cui “Coro” si conserva il quattrocentesco Crocifisso Ligneo, ritenuto miracoloso e molto venerato dalla popolazione locale (come attestano i numerosi ex voto presenti nel “coro”). Ritornando sui propri passi, si imbocca a sinistra Via
S. Antonio, che sfocia nell’ononima piazza, dove rimangono i ruderi della chiesa dedicata al Santo e distrutta nel periodo napoleonico.
Dalla piazza inizia la suggestiva Via Lunga, una delle più antiche e caratteristiche strade del paese, dove tra il ‘500 ed il ‘700 risiedeva la comunità ebraica (ancora oggi la piazza che si apre sulla sinistra conserva il nome di Piazza del Ghetto).
Si prosegue per Piazza S. Agostino, dove, agli inizi del XIV° sec., sorse il Convento degli Agostiniani (originariamente collocato a Bagnolo, con dedica a Santa Barbara). Il complesso monastico era completato da uno spedale, dalla scuola e dalla chiesa dedicata a San Michele Arcangelo.
Notevoli l’architrave e la targa con il simbolo agostiniano collocata sulla parete laterale esterna. La chiesa fu originariamente scelta per le sepolture dei conti Aldobrandeschi. Il convento fu soppresso a seguito delle riforme leopoldine (XVIII° sec.). Nella chiesa era collocata al statua lignea policroma di Iacopo della Quercia, attualmente esposta, con altri materiali provenienti dal convento, al museo di Pitigliano.
La Peschiera
Oltrepassata la Porta di San Michele, ci troviamo di fronte la Peschiera, lo splendido ed originale parco-giardino dei conti Sforza, già vivaio di trote in epoca medievale,dove si raccolgono le acque sorgive del fiume Fiora.
Prima dell’ingresso della Peschiera troviamo la Chiesa della Madonna delle Nevi, all’interno della quale sono stati recentemente restaurati gli affreschi di Francesco Nasini (1640). Sotto il pavimento dell’edificio religioso scorre una vena sorgiva del fiume Fiora.
Il Terziere che si sviluppa intorno alla Peschiera è denominato Montecatino.
Le acque che defluivano dal parco alimentavano un tempo gli opifici industriali (ferriera, fabbrica per chiodi, gualchiera) e mulini.
Da visitare:
a Pieve delle Sante Flora e Lucilla (situata nel centro storico), le famose “Terracotte Robbiane” del centro storico,la Peschiera, suggestivo laghetto,il borgo.
Per la sera:
Pub Green Feeling. |
(Santa Fiora, Chiesa delle Sante Fiora e Lucilla, Andrea della Robia "Il battesimo di Gesù ")
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