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Montalcino nelle vicinanze del Monte Amiata
Montalcino
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Montalcino

(La Rocca)

I primi segni di vita legati a questo territorio, sono stati rilevati dai tanti oggetti litici (armi e arnesi di pietra usati dai popoli preistorici) trovati nelle campagne del circondario di Montalcino, databili intorno al 30.000-31.000 a.C.
Ancora oggi può accadere che durante il dissodamento del terreno si riesca a trovare alcune pietre lavorate che appartengono a quel periodo.

Le origini etrusche o romane non sono da ricercare all'interno dell'abitato di Montalcino, anche se alcuni studiosi affermano che dalle testimonianze scritte di Tito Livio e Polibio risulta che sul colle sul quale sorge oggi la città, sotto il consolato di Lucio Emilio e Caio Attilio, si rifugiarono alcuni soldati Romani per sfuggire all'esercito dei Galli.
Ritenuta attendibile questa informazione, di certo sappiamo che nei dintorni di Montalcino vi sono stati numerosi ritrovamenti archeologici che hanno consentito di tracciare una mappa degli insediamenti risalenti all'epoca etrusca e romana.
Alcuni dei reperti ritrovati sono custoditi all'interno dei Musei Riuniti (Civico e Diocesano) della città.
Ad ulteriore conferma dell'antica origine di questi luoghi, vanno considerati i toponimi etruschi, come Rasa e Velona, e quelli di fonte latina, come Argiano, Bolsignano e Camigliano.

Non si hanno notizie dell'epoca in cui sorse il primo insediamento urbano in Montalcino: di certo sappiamo che le invasioni e i saccheggi perpetrati sia dai barbari nell'entroterra che dai saraceni nelle città marittime (Roselle, in Maremma, vicino a Grosseto) spinsero gli abitanti dei centri maggiori e minori a cercare una sistemazione più sicura.
L'unione tra i profughi di Roselle e i villaggi vicini al colle Ilcino dette forse origine ad un nuovo grande borgo.
La nascita di Montalcino si può far quindi risalire al X sec., anche se esiste un documento firmato da Liutprando re dei Longobardi datato 715, nel quale si cita una vertenza tra il Vescovo di Siena e quello d'Arezzo sorta per il possesso di alcune Pievi (chiese con fonti battesimali) esistenti nel territorio montalcinese, fra le quali "Sancti' Andreae in Malcenis o Malcena" (attuale pieve di Badia Ardenga).

Nell'814 il territorio di Montalcino venne donato dall'Imperatore Ludovico il Pio al monastero di Sant'Antimo, che fu una delle più ricche e potenti Abbazie della Toscana, i cui abati ebbero per lungo tempo giurisdizione spirituale e temporale sulla cittadina con il titolo di Conti Palatini e Consiglieri.
Nel 935 Montalcino registrò un notevole sviluppo urbanistico ed economico.
L'incremento demografico fu probabilmente dovuto all'arrivo di numerosi profughi provenienti da Roselle, che, per sfuggire alle continue aggressioni dei Saraceni, ripararono nel colle ilcinese.
Un secolo dopo, il borgo, già autonomo, ha un ulteriore sviluppo dovuto al miglioramento della produttività, sia agricola che pastorale.
Ben presto si assiste ad un rigoglioso fiorire delle attività artigianali, prima fra tutte quelle legata alla ceramica, e di seguito la calzoleria, la concia, la lavorazione della lana, del ferro e del legname.