L’orientamento (orienteering) o “sport dei Boschi” nasce nei paesi Scandinavi, dove sono forse proprio i bambini a inventare un modo per ritrovare la via di casa nei rigidi e nevosi inverni, quando la natura è ammantata di neve e pochi sono i punti di riferimento. Da una necessità di vita al gioco il passo è stato breve. Immaginiamo alunni di una scuola in una landa sperduta, che all’uscita di lezione trovano il paesaggio ricoperto dalla prima abbondante nevicata invernale. Loro organizzano una gara, a chi ritrova per primo la strada di ritorno al paese dove abitano e che non è visibile dalla scuola.I problemi sono due: essere veloci e ragionare in fretta.Come parecchie attività umane si strutturano sulla scia di una brillante idea iniziale, così anche il nostro orientamento è stato per così dire commercializzato o meglio diffuso attraverso una serie di prove e aggiustamenti che l’hanno portato ad essere l’attuale disciplina.Per noi l’orienteering può essere anche lo sport del futuro. Perché tanta enfasi e, prima di tutto, in cosa consiste lo “sport dei boschi”. L’orientamento si avvale di tre materiali fondamentali:
Ø Cartine cc.dd. mute in scala ad es.:1:100 e 1:500 a livello didattico; 1:5.000, 1:10.000 e 1:15.000 a livello amatoriale e agonistico (queste sono misure indicative)
Ø Le lanterne
Ø Le bussole
La cartina, come rappresentazione della realtà vista dall’alto, si differenzia da una “normale” mappa topografica per il fatto che in essa non sono indicati i nomi delle località (strade, monti, fiumi, etc…) e neanche i numeri delle altitudini o altro. Il lettore di una tale cartina deve essere in grado di orientare per prima cosa la cartina stessa magari con l’ausilio di una bussola, poi individuare il punto di partenza rappresentato da un triangolo e da lì partire per seguire un percorso contrassegnato da cerchietti numerati progressivi (da 1 in poi), facendo delle scelte (la via più breve e possibile) per passare da un punto (o lanterna) all’altro fino ad arrivare al traguardo segnato con due cerchi concentrici, nel minor tempo possibile. Ora, un “corridore” di questa disciplina deve saper leggere la mappa molto colorata e piena di simboli. Occorre sapere che ad una figura geometrica colorata di nero corrisponde una casa, a due linee parallele una strada, ad un cerchietto nero un albero e così via per tutta la simbologia, cosicché se fra una lanterna e la successiva c’è un recinto non attraversabile l’orientista sa che non può seguire una linea retta di corsa per coprire la distanza. Lo stesso dicasi se tra due punti c’è una collina o un’ altura che rallenterebbe di molto la marcia affrontata per direttissima. Ad indicare questo il nostro orientista troverà sulla cartina solo delle curve di livello , una per ogni 50 metri di dislivello. La lanterna è invece una figura geometrica aperta fatta in tela a bande diagonali di due colori: bianco e rosso collegata alla quale c’è una punzonatrice che lascia un marchio diverso (a forma di quadrato, di rombo, di triangolo,…) per ogni punto. Il corridore, dopo aver individuato il punto corrispondente a quello richiesto dalla sua cartina, oblitera l’apposita casella del numero individuato, perché i giudici possano attestare che egli abbia seguito l’itinerario giusto. Non conta infatti solo il miglior tempo, ma anche la giusta scelta di percorso. All'arrivo, il concorrente consegnerà ai giudici di gare il proprio testimone sul quale avrà obliterato nella apposita casella il giusto punto di controllo.
La bussola è infine lo strumento con cui le categorie agonistiche riescono ad individuare le “linee direttrici” di corsa specie nei percorsi in ambiente naturale. La bussola è però in realtà indispensabile solo agli esordienti e alle persone poco pratiche. Gli agonisti infatti la usano soltanto per tenere orientata la mappa. Il campo naturale di gara è infatti il bosco o l’ambiente aperto: prati, terreni e spazi con qualche abitazione, ma anche città come Venezia ospitano delle interessantissime prove di orieteering. Per il tipo di impegno sia mentale che fisico e anche per la facile accessibilità dei mezzi di pratica tale disciplina è senz’altro proponibile come un’attività e un insegnamento interdisciplinare per le scuole di ogni ordine e grado a partire dalle elementari (con itinerari facilitati per i più piccoli: lanterne a vista). MotoriaMente parlando noi possiamo stimolare in tutti una capacità di ragionare e di utilizzare il corpo attraverso un gioco adatto a tutti e a tutte le età. Il gioco-sport orientamento infatti è: ecologico (elementi di ecologia si possono trasmettere durante la partecipazione e la preparazione di una gara), matematico (conoscere le scale, calcolare i dislivelli, etc…), geografico (nord, sud , est , ovest e l’approccio al territorio), scientifico (osservazione della natura, delle piante in gare personalizzate per alunni), storico (perché si può rivisitare anche la storia del territorio teatro di una gara) e sicuramente educativo per la motricità in ambiente naturale che è quella più sana e igienica. |
Una coppia al momento della punzonatura sulla lanterna
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