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Castello Aldobrandesco (Arcidosso) |
(Lo stemma del Castello di Arcidosso) Si erge sulla cima del paese, circondato dal centro storico sviluppato a piramide, e comprende più costruzioni sorte in periodi diversi. Non si hanno date certe sull’edificazione del castello, ma è probabile che la parte più antica, un semplice terrazzo, esistesse fin dal secolo x e fosse proprietà del Monastero Benedettino di Abbadia S. Salvatore . La parte più antica, a destra dell’ingresso al cortile interno, facilmente riconoscibile per i conci molto grossi e rozzi, è costituita da un torrazzo a pianta quadrata, a due piani, che poggia direttamente su uno sperone di roccia arenaria, inglobata successivamente da un’alta base a scarpa. Nel periodo di denominazione senese ambedue i piani furono divisi in due parti e al piano terra costruite due volte a botte. Gli elementi originari rimasti sono: al primo piano, la finestra con l’arco ribassato; al piano terra le caratteristiche aperture “ strombate con arco interno” e un’apertura vicino all’ingresso con l’arco “rozzamente sestiacuto”. A questo “Mastio primitivo” o “palazzo maestro”, fu aggiunto un cortile interno sul lato sud-est, che conserva lo spessore originale dei muri laterali, su uno dei quali, l’arcata del ballatoio copre in parte i conci del portale a sesto acuto costruito dopo l’edificazione della torre maestra. La rocca subisce diverse aggiunte e modifiche strategiche che durante il dominio degli Aldobrandeschi, contrastati sia dall’ Abbazia, sia dalle minacce della Repubblica di Siena, sia a volte anche dagli stessi Arcidossini. La costruzione dell’alta torre maestra, vicino alla porta per il borgo, probabilmente fu dovuta proprio a questa insicurezza interna. Vengono inoltre edificate mura di cinta inglobando il lato sud-est del cortile interno e viene aggiunto un cortile esterno più ampio. Esso, tramite un ponte levatoio, era in comunicazione con il palazzo maestro, con una porta vicino alla torre vi si accedeva al borgo, e con un’altra dall’esterno. Di questo cortile, distrutto in parte nel ‘700, rimangono due monconi di mura: uno sul lato sud-est della piazzetta, e l’altro sul lato nord-ovest del castello, accanto alla primitiva porta per il borgo.Il palazzo maestro, coronato da merlatura Ghibellina ancora oggi leggibile sulle due facciate esterne, era in comunicazione con la torre tramite un altro ponte levatoio. Per rendere più rafforzata la costruzione, furono inoltre edificate lungo le mura tre torrette con feritoie: una cieca si trova a destra dell’entrata alla sala del consiglio; un’altra sul lato sud-est delle mura ed è quella utilizzata per le celle carcerarie; una terza si trovava lungo le mura del cortile esterno e fu distrutta nel 1700 per costruirvi la Cancelleria. Gli ampliamenti a carattere difensivo, fatti durante la dominazione degli Aldobrandeschi fecero del castello di Arcidosso una formidabile struttura militare, tanto che, nel 1331 la Repubblica di Siena riuscì a conquistare la fortezza solo dopo diversi mesi di assedio. (Vista del Castello dalla piazza del teatro) Come altri castelli dell'Amiata, Arcidosso appare fin dal tardo Medioevo intensamente coltivato, con la fitta presenza di orti, di vigneti e, con maggiore ampiezza nei secoli successivi, di oliveti e frutteti. Di importanza primaria risultavano la raccolta delle castagne e del legname, mentre la pastorizia dava vita a una serie di lavorazioni connesse: la preparazione di carni salate e formaggi, la tosatura e la trasformazione della lana, la conciatura delle pelli. Attualmente l'agricoltura occupa circa un settimo della popolazione attiva ed è orientata soprattutto verso la produzione di olive e le colture ortive, mentre l'allevamento mostra una buona consistenza nel settore ovino. I grandi boschi che circondano l'abitato, se non sono ormai che scarsamente utilizzati per le loro tradizionali risorse, accolgono un numero crescente di visitatori interessati a un salutare contatto con la natura. Il turismo estivo e invernale è infatti divenuto la principale fonte di reddito per la popolazione locale, con un effetto incentivante sulle costruzioni edilizie, senz'altro la voce più dinamica di un comparto manifatturiero altrimenti gracile e che si affida ad alcune piccole aziende attive nei settori alimentare e dell'abbigliamento e accessori.
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